Si dice che “una messa in piega possa rimettere al mondo qualunque donna”.
Ma, se per avere una piega duratura doveste scendere a patti con la chimica, vorreste ancora una chioma perfettamente liscia per mesi?
Che sia riccia o liscia, ogni donna ha un minimo di insoddisfazione verso i propri capelli.
C’è chi li vorrebbe ondulati ma non ricci, chi li vorrebbe lisci ma non mossi e chi invece li ha già lisci di natura ma sui quali nessun trattamento sembra aver presa.
Uno dei maggiori nemici delle donne è il crespo: difficile da combattere perché richiede cura, tempo e costanza, motivo per cui si è sempre più spesso propense ad optare per trattamenti a lunga tenuta, tra i più famosi c’è quello lisciante.
Per trattamento lisciante si intende quel processo attraverso il quale vengono spezzati i ponti disolfuro (o ponti di zolfo) che sostengono il capello per poi ricostruirli,
modificandone in maniera permanente la struttura, grazie all’utilizzo di agenti chimici.
Il vantaggio sta nella duratura resa. Capelli lisci, morbidi e setosi fino a 3 mesi, trascorsi i quali, è possibili ripetere tutto il procedimento in sole tre ore di tempo.
Dimenticate la piastra, i termo protettori, le creme anti crespo e gli oli per le doppie punte.
Il liscio impeccabile è garantito su tutti i tipi di capelli, persino sugli afro. Altro pro è il prezzo, oscillante tra gli 80 e i 200 euro.
Recarsi periodicamente dal parrucchiere sarà superfluo!
Donne soddisfatte dichiarano di non aver mai visto i loro capelli più sani. Fortuna o scienza?
Sulla carta, i contro battono nettamente i pro e questo perché l’ago della bilancia pende sulla salute.
Sottoporsi al trattamento è rischioso, non a caso è vietato su capelli decolorati, con meche o già stirati con creme liscianti alcaline.
E’ sconsigliato su capelli danneggiati e su cuoio capelluto irritato vista l’aggressività del mix chimico.
Se effettuato su capelli sfibrati e secchi non è raro assistere ad una prematura caduta.
Scoperto in Brasile ben sei anni fa, il lissage brasiliano è stato presto vietato nella Comunità Europea, richiedendo persino un Rapex (sistema di allerta rapida sui prodotti pericolosi), perché contenente formaldeide: una sostanza nociva per la salute. In realtà è consentita in quantità non superiore allo 0,2% per prodotto, ma “fatta la legge, trovato l’inganno”: le case produttrici hanno escogitato il modo per non far figurare questa sostanza chimica gassosa nell’INCI.
E’ bastato utilizzare composti in grado di liberare formaldeide se esposti a fonti di calore, uno dei più adoperati è il metilen glicole, quindi anche se ufficialmente sono prodotti formaldheyde free, ora sappiamo che ufficiosamente non è così.
Cosa fare quindi?
Affidarsi sempre a mani esperte, informarsi sugli ingredienti contenuti nei prodotti e diffidare da parrucchieri che propongono trattamenti a prezzi bassi e senza aver nessun titolo per maneggiare agenti chimici.
Se lo scetticismo dovesse vincere sulla vanità, si può sempre tornare alla vecchia piastra in ceramica!